15/06/10

National Suicide (Ita) - The Old Family is Still Alive

Band: National Suicide
Titolo: The Old Family is Still Alive
Nazionalità: Italiana
Anno: 2009
Produzione: My Graveyard Productions

Esistono album che hanno il potere di riportarti indietro nel tempo, esistono gruppi che se ne fottono delle mode e suonano soltanto quel che a loro piace, nessuna concessione post/nu, nessun dannato break down ma solo sano thrash anni 80 a palate!
Questi National Suicide sono proprio tutto questo! Un salto indietro di parecchi anni, per tornare all’epoca d’oro del metal, quando le band puzzavano di alcohol e sudiciume, un pesante calcio nei denti ai tantissimi gruppi di bimbiminkia dell’ultim’ora!Il loro credo è ribadito già nel profilo del loro space “HELP US TO KEEP THE WORLD CLEAN! WITH THE WORDS NU/POST WE CLEAN OUR ASS! DO THE SAME!” a ribadire che loro non ci fanno, ci sono!
E’ bastato solo un promo, seguito da un album a questi 5 thrashettoni per farsi notare dal grande pubblico italiano, infatti The Old Family is Still Alive ha avuto un successo enorme, tant’è che la My Graveyard Productions è stata costretta a ristampare una seconda edizione (comprensiva di 4 tracce estratte dal demo) importanti date in Italia e all’estero poi hanno consacrato i National Suicide come una delle speranze più rosee dell’underground thrash italiano ( insieme a Subhuman e Neurasthenia) grazie alla loro capacità di ridare freschezza alla vecchia scuola thrash senza dover però scendere a compromessi!
The Old Family is Still Alive presenta 9 tracce che non stancano nè annoiano, l’accostamento più facile riguarda gli Overkill, i riff sono accattivanti, la batteria è sostenuta e incalzante, e il singer (di chiara ispirazione Bobby “Blitz”) tesse le fila di un cantato che si amalgama perfettamente a tutto il resto.
Si parte con il brano omonimo National Suicide, e al grido di “Defend the line!” si inizia questo viaggio nel tempo, prendete una birra e preparatevi al massacro, un elettrothrashock vi assalirà!
La successiva Nu Posers don’t Scare Anyone cattura con un accattivante refrain ma anche con un Mini (voce) qui in stato di grazia, cattivo e grintoso. La titletrack appare meno ispirata delle precedenti ma grazie a un po’ di mestiere si mantiene comunque un sufficiente standard qualitativo. In Let me see your pogo il titolo parla da sé, le chitarre qui sono taglienti come lame, e si ritorna a un thrash marcio e diretto, gran bel pezzo, un vero e proprio incitamento al pogo che sicuramente riscuote molto successo soprattutto in sede live, anche l’assolo coinvolge e travolge rendendolo forse l’episodio migliore dell’album. Wanted strizza l’occhio a sonorità più heavy/speed di vecchia scuola Motorhead, ottimo intro per la successiva Into the Clubhouse, altro pezzo da 90 dell’album, che parte con un rombo di moto incalzato dal ritmo costante della batteria, come al solito l’espressività del singer fa aumentare parecchio la quotazione del brano che comunque si difende bene grazie a un songwriting qui più originale, condito da gustosi break di basso e chitarra e da potenti cori., refrain che coglie nel segno, orecchiabile cantato e testo:
“Into The Clubhouse – fire and flames
Adrenaline is pumpin’ feedin up my brain
Into the Clubhouse – nothin’ to lose
Love and Hate accelerate: this is the way we choose!”
che carica per bene prima della scarica adrenalinica del bellissimo assolo. Applausi!
Mancano ancora tre pezzi eppure giunti qui la qualità dell’album fa sì che ci si possa già sentire appagati da quanto ascoltato sinora, ottimo segno! Please Welcome…My Friends è un altro gioiello, granitica nella sua semplicità , è insieme a Let me see your pogo il brano più “old style” dell’album, riporta alla memoria i primi Destruction ed Exodus….nostalgia canaglia!
Sucks’n’ Artillery si apre con piacevoli intro di gemiti da pompino intenso e ben fatto e scorre via senza particolari picchi di rilievo, a This is a Raid il compito di chiudere come si deve quest’ottimo full, non aggiunge né toglie niente a quanto sentito sinora, si limita a ripetere il compitino svolto sinora, ma sempre e comunque con la grinta e la bravura che risaltano da questo lavoro.
In conclusione voto ampiamente positivo, come prevedibile. Questo The Old Family is Still Alive merita numerosi elogi, innanzitutto la bravura nell’aver riesumato alla grande il sound ottantiano abbellendolo di una freschezza nuova e soprattutto senza snaturarne la struttura, la maturità musicale inoltre è evidente, per tutti in particolare per il singer Mini, vera marci in più per il gruppo che sa di poter contare sulla sua duttilità vocale e sulla sua capacità di interpretazione del brano. Nota di merita anche per i testi, niente di eclatante sia chiaro, ma sono comunque molto curati e mai banali. La tirata di orecchie arriva invece per l’aspetto grafico, un po’ trascurato, il logo è palesemente copiato dai Nuclear Assault e per l’artwork si poteva sicuramente trovare qualcosa di meglio, ma vabbè in fin dei conti sono dettagli.
Il difficile per i National Suicide verrà ora, un grande album può starci, ma sapersi confermare è la sfida da superare, in cui molte promesse cadono, e solo i migliori escono indenni, il secondo album ci servirà per capire se abbiamo davanti una meteora o un gruppo che sembra destinato a raccogliere l’eredità di Necrodeath, Schizo e Bulldozer tra i mostri sacri del thrash italiano. Horns up e in bocca al lupo ai National Suicide, non deludeteci!

Tracklist:
1. National Suicide
2. Nu Posers don’t scare anyone
3. The Old Family is Still Alive
4. Let Me See Your Pogo
5. Wanted
6. Into The Clubhouse
7. Please Welcome…My Friends
8. Sucks ‘n’Artillery
9. This is a Raid

Recensore: Alex The Drunkard
Voto: 8,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/nationalsuicidethrash

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