29/08/09

Subhuman (Ita) - Profondo Rozzo

Band: Subhuman
Titolo: Profondo Rozzo
Nazionalità: Italiana
Anno: 2009
Produzione: Maple Metal Records


Combo toscano dedito al thrash più estremo quello che risponde al nome di Subhuman, all'esordio con questo Profondo Rozzo preceduto dal già ottimo demo Delirio n°1 del 2005. Dieci tracce rigorosamente cantate in italiano e dieci calci nel culo, diretti e senza richiesta di permesso.
Il lavoro è compatto, privo di cali di tono o di passi falsi, un vero treno che arriva a destinazione senza fermate intermedie. Lavoro davvero ottimo sotto tutti gli aspetti, a partire dalle splendide vocals di Fabrizio ‘Zula’ Ferzola sempre fra growl e scream e mai noiose. Non da meno è il reparto strumentale, con Matteo Buti ed Elia Murgia brutali esecutori del massacro chitarristico grazie al riffing sempre tirato e di ottima fattura, ed il duo Fabien Marangio (basso) e Francesco Micieli (batteria) a comporre una sessione ritmica monolitica e specchio di ottime capacità tecniche.
Il songwriting a tutto lascia pensare tranne che si stia parlando dell'esordio di una band, sarà sufficente ascoltare la title track e la seguente Nata Troia (presente anche nella compilation Italian Thrash Universe Vol.1) per rendersi subito conto che ci si trova davanti a dei professionisti. Degne di nota anche Odio Chiama Odio, Infamia e Potere e la partigiana Il Bersagliere Ha 100 Penne curiosa ed efficace rivisitazione di un canto dei tempi della seconda guerra mondiale.
Se la scena italiana manterrà questa direzione è molto probabile che all'estero cominceranno ad associare il metal italiano all'immagine di Zula vestito da suora piuttosto che a quella delle "terre incantate".

Citazione: "figli di Satana, figli di Satana, figli di Satanaaaaaaa!"

Tracklist:
1. Profondo Rozzo
2. Nata Troia
3. Trenta Denari
4. Mafia
5. Odio Chiama Odio
6. Babbo Fatale
7. Il Bersagliere ha 100 Penne
8. Infamia e Potere
9. 1110 Giorni

Recensore: Fabio "RFH" Schiavitelli
Voto: 8/10
Contatti: www.myspace.com/subhumanweb

12/07/09

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24/06/09

Potential Threat (U.S.A.) - 2.0 EP

Band: Potential Threat
Titolo: 2.0 EP
Nazionalità: Americana
Anno: 2005
Produzione: Autoproduzione

Nati nel 1987 in quel di San Francisco, i Potential Threat sono una di quelle bands che imperversano nella vastissima scena underground americana. Ventidue anni di carriera e tre demo all'attivo (la distanza fra il secondo ed il terzo è di dodici anni, presumo quindi ci sia stato anche un periodo di stop) prima di questo EP, 2.0 EP, ultima fatica della band californiana -almeno fino all'uscito del loro primo full per Old School Metal Records.
Venendo all'EP, lo si può definire in una sola parola: massacrante. Un quarto d'ora circa di Thrash sparato a mille, con forte l'influenza dovuta alla provenienza della band. Niente intro (che bello quando è così), ma partenza immediata con Day of Infamy, alla quale segue la mia preferita del cd, Enemy Within, caratterizzata da un riff-work magistrale. Nella doppietta finale è possibile riscontrare in pieno quali sono le due bands che hanno in un certo qual modo influenzato il modo di far Thrash dei PT: Walk Through Fire ed All For Nothing sono pregne degli insegnamenti di Metallica e Slayer, senza dubbio alcuno.
Un cd adatto agli amanti della Bay Area. I Potential Threat c'avranno anche messo un bel po' di tempo ad emergere definitivamente (ricordo che il primo full è di prossima uscita), ma direi che la cosaè più che meritata. 2.0 EP è un buon lavoro: un ottimo punto di partenza per chi voglia conoscere questa band from San Francisco, California.

Tracklist:
1. Day of Infamy
2. Enemy Within
3. Walk Throug Fire
4. All for Nothing

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 7/10
Contatti: http://www.myspace.com/potentialthreatsf

Combat (U.S.A.) - Ruination

Band: Combat
Titolo: Ruination
Nazionalità: Americana
Anno: 2007
Produzione: That's Heavy Records

Era il 1984 quando i fratelli Rossbach, Rex e Jeff, decisero di metter su una band assieme. Un anno dopo, con l'entrata di Bob Eubank, la band era pronta: nacquero i Combat. Ai più, forse, questo primo nome non dirà tantissimo. Per farvi capire meglio, vi basti sapere che i Combat, dopo non molto, cambiarono nome in Napalm, ed è con quel nome che fecero uscire l'EP Bootcamp (venendo considerati i pioneri del Thrash made in NY).
Passano gli anni e si arriva al 2007, quando i tre si ritrovano riformando i Combat: reunion che porta alla realizzazione dell'album Ruination, scritto e registrato come una vera e propria prosecuzione di Bootcamp.
A differenza di molte bands che suonano Thrash della vecchia scuola con una produzione decisamente moderna, i Combat hanno deciso di rimanere ancorati in tutto e per tutto alla scuola degli anni '80. E' per questo che Ruination è un concentrato di Thrash/Hardcore diretto, con riff taglienti, sezione ritmica rapida e ferale, ed una produzione sporca quanto basta.
Vero e proprio manifesto dell'album è la title-track, dove, più che altrove, si può capire qual è lo spirito dei Combat. Non mancano, ovviamente, altri ottimi brani, come l'opener Corrupt Destruct, The Reign is Over (una traccia figlia diretta del Punk anni '70) e Blades of Death.
Possiamo tranquillamente affermare che se nei copyrights di Ruination ci fosse 1984 o 1985 o anche 1986, invece di 2007, nessuno avrebbe nulla da obiettare. Anche se uscito solo due anni fa, quest'album è suonato come se si fosse in quegli anni, da musicisti che hanno vissuto in piena forma quegli anni (e basta ascoltare Bootcamp per capirecosa sto dicendo), per chi, nei favolosi anni '80, ha vissuto l'poca d'oro. Se vi considerate Thrashers, ascoltare i Combat deve diventare un dovere.

Tracklist:
1. Currupt Destruct
2. Destructure
3. Ruination
4. Fortune of Torture
5. The Reign is Over
6. Outbred
7. Blades of Death
8. Rat on Wings
9. Temporal Punishment

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 8,5/10
Contatti: www.deadfoot.com - www.myspace.com/thatsheavyrecords

Hatchery (Ger) - Birth of a Bomb

Band: Hatchery
Titolo: Birth of a Bomb
Anno: 2007
Nazionalità: Tedesca
Produzione: Autoproduzione

Formati nel 2003, i tedeschi Hatchery arrivano al traguardo del primo album con questo Birth of a Bomb, che segue i due demo Night Time Greys del 2004 e Distorted Society del 2005. Penso sia alquanto inutile dire che le influenze della band teutonica sono da ricercare in quelli che sono i padri del Thrash tedesco: Destruction, Kreator e Sodom (anche se questi ultimi in parte leggermente minore). Senza contare che si può sentire anche una particolare influenza a stelle e strisce (per citare gruppi che stanno sfondando ai giorni nostri, direi Bonded By Blood e gli irlandesi Gama Bomb)
Thrash Metal Old School, dunque, la proposta degli Hatchery: quel Thrash secco, tirato, grezzo, che però qui viene portato ad uno stadio maggiore, grazie ad una produzione che, decisamente, non è da anni '80. E' questa la modernizzazione che gli Hatchery si concedono -hanno ben specificato nella bio allegata che non ci sono assolutamente sonorità Nu Metal-: una produzione che rende giustizia alla nascita dal Punk/Hardcore del genere, ma con suoni ben definiti, assolutamente non impastati.
Non sono riuscito a trovare un pezzo che possa prevalere sugli altri: tutte le nove tracce sono degne di nota, di ottima fattura. Forse, giusto un filino superiori trovo la title-track, dove i chitarrist Paul e Nils danno veramente il meglio, e la Kreatoriana opener Crushing Bones.
C'è da ringraziare gli dèi che il Thrash sia sopravvissuto agli anni '90 -altra semicitazione dalla loro bio- e che adesso possiam godere di gruppi validissimi come, appunto, questi cinque ragazzi tedeschi. Gli Hatchery, in barba ad ogni moda, continuano a suonare come se si fosse negli anni '80:ogni Thrasher che si rispetti non può che gioirne di questo.

Tracklist:
1. Crushing Bones
2. The Brotherhood
3. Above the Law
4. Birth of a Bomb
5. War
6. Wake the Dead
7. Trail of Blood
8. Blood & Guts
9. Weekend Warrior

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 7,5/10
Contatti: www.hatchery-band.de - www.myspace.com/hatcherymetal

14/06/09

WARNING: NUOVO LINK

Per il download di Italia Thrash universe, il link adesso è il seguente

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13/06/09

ITALIAN THRASH UNIVERSE VOL.1 IS OUT FOR FREE DOWNLOAD!

ITALIAN THRASH UNIVERSE VOL.1 è online attraverso download gratuito!

16 bands di puro Thrash Metal made in Italy!

Per il download, cliccare sulla copertina
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o in alternativa il link è http://www.mediafire.com/download.php?mnjzcdzmilx (copia e incolla nel browser)

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Lapida (Ita) - Lapida

Band: Lapida
Titolo: Lapida
Nazionalità: Italiana
Anno: 2009
Produzione: Autoproduzione


"Il metal è la forma più pacifica che ti consente di esprimere la rabbia” - Raptus

Questo è il motto dei Lapida, Thrash Metal band di Roma, che da 10 anni smuove la capitale con la sua musica. Una locuzione semplice, d’impatto, priva di frivole allegorie, proprio come la loro musica: senza fronzoli, assoli “chilometrici” o effetti pacchiani. Una vera è propria massa granitica, che ti investe a tutta velocità con la massima potenza, tanto per ribadire la pesantezza e l’irruenza del loro spirito, già espresso nella massiccia doppiezza eufonica del loro nome.
I 4 gladiatori, ormai in circolazione da 10 anni nelle arene metalliche, ci propongo sonorità di una potenza inaudita, miscelando i semplici, ma pesanti riff di “er Condanna”(chitarrista), con la dinamicità mordace e caustica di Riggio e Tox (bassista e batterista), il tutto violentemente saldato dalla poderosa voce del cantante Raptus.
Ascoltando il primo pezzo Fight capiremo di che stiamo parlando, una canzone dura, cruda che non spreca tempo con assoli: una vera è propria battaglia contro il mondo e le sue regole, una nube piroclastica che investe tutto e tutti nella quale il pogo è inevitabile.
Come già detto prima il riff del chitarrista è tanto semplice quanto seducente, contornato da un ottimo groove del batterista che insieme alle fucilate sparate a ripetizione dal basso spingono il pubblico al massacro.
I Lapida sono spinti dalla tricuspide Thrashiana, ma nella quale non si identificano affatto e si autodefiniscono Trash, senza la famosa H tra la T iniziale e il resto della parola: attrito sonoro alla veemenza del termine stesso.
A ribadire questo concetto ci aiuta Resistencia, II pezzo della demo, in cui neanche qui si sprecano più di tanto musicalmente: l’assolo è sobrio proprio come il riff, ma non per questo la scartiamo anzi, un pezzo molto particolare, caratterizzato dalla velocità del ritornello e dalla lingua spagnola con cui è esposto. Canzone in cui troviamo l’impegno sociale del gruppo, che più di uno schiaffo educativo, esso infligge una vera e propria mazzata all’ignava indifferenza sociale di fronte al “demone” del capitalismo: "Hate,Love, Mixed in one fucking barrel of Oil".
Trash is dead è il pezzo che più si distingue tra gli altri per originalità e varietà. Stesso discorso non lo si può fare per la tecnica, anzi è sempre lo stesso. Non è di certo un gruppo che si caratterizza per lo “shredding”, ma alternano più riff e più parti dando vita ad un ottimo pezzo.
Beh una cosa è certa, i Lapida ci insegnano che, spesso e volentieri, non è la tecnica la cosa più importante, ma il desiderio di tirar fuori tutto ciò che si ha dentro nel modo più violento possibile e trasformare le urla e i pianti sofferenti delle persone in “power chords” distorti.
Concludo affermando, con stima nei loro confronti, che: se i Lapida avessero inciso già un cd farebbe sicuramente parte della mia discografia personale.

Tracklist:
1. Fight
2. Resistencia
3. Trash is dead

Recensore: Alessandro De Fronzo
Voto: 8,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/lapidatrashmetalband

11/06/09

Stormlash (Ita) - Lash it out

Band: Stormlash
Titolo: Lash It Out
Nazionalità: Italiana
Anno: 2009
Produzione: Autoproduzione


Buon Lavoro per gli Stormlash, i 4 thrashers lombardi alle prese con la loro prima demo registrata in tempi record: 5 mesi per l’esattezza bastati a concepire Lash it out!, un lavoro che può sembrare all’apparenza prematuro, a causa di parecchie sbavature, ma se ascoltato per bene sorprenderebbe anche i più critici dei critici. Capaci di afferrarti per le spalle e gettarti di peso nei favolosi anni ’80, quando i ruggiti dei colossi della Bay Area risuonavano per tutti gli States, questi ragazzotti dall’idee chiare sembrano non aver accusato assolutamente gli ultimi 20 anni, scansando abilmente la dolce tentazione dei black album che sistematicamente diedero fine ad un’era.
Beh,ovviamente da rivederlo un po’ in tutte le sue sessioni: da quella ritmica un po’ impacciata e sporca a quella vocale un po’ straziata frutto della poca esperienza.
La loro creatura si apre con un melodioso intro: Glare From The Ashes, la prefazione, l’otturazione semiotica fra la terra e il cielo, ”L’attenti” del generale ai suoi soldati prima di scatenare il massacro; ed ecco nella grazia iniziale che ti salta in faccia il primo pezzo della demo Thrashicide: un vero e proprio inno al Thrash Metal, dedito a ingraziarsi gli dèi dell’olimpo metallico. I Lord del Metal, però, non sarebbero molto entusiasti del pezzo in quanto, nonostante il gran cuore messo nella composizione, subito salta all’orecchio le imperfezione facilmente percettibili dai continui lamenti della parte solista del tutto in disaccordo con la sessione ritmica abbastanza scoordinata soprattutto nell’uso della doppia cassa.
Dopo l’esordio poco brillante i 4 giovani thrashers si rifanno con Stormlash, pezzo omonimo, che racchiude l’essenza del gruppo,una frustata ribelle alla crepuscolare schematicità sociale, tessa su una serie di regole, che violentemente vengono infrante dal riff iniziale e dai forti controtempi, a cui susseguono svariati assoli di chitarra veloci e poco raffinati. Proprio per ribadire la devozione al genere.
Segue l’articolata e introspettiva Checkmate of Fate, verticosa e spezzata canzone che mette a dura prova le ginocchia del batterista, che subito dopo il riff iniziale, innalza con il doppio pedale un muro sonoro, preso a picconate, dalla voce cattiva del cantante che nel frattempo narra l’inesorabile soggezione dell’uomo, abbandonato al destino nel suo incessante senso di inettitudine, schiavo del paradosso della veloce staticità temporale.
Infatti il pezzo rude e furioso si trasforma nel mezzo in una dolce power ballad che purtroppo sono costretto, mio malgrado, a criticare in quanto il paragone (ovviamente eretico) con la famosa Fade to Black dei Metallica è inevitabile: l’assolo è praticamente la copia spiccicata del primo della famosa canzone, solo molto più lento e sporco; per non parlare dell’arpeggio di sottofondo e quasi tutto ciò che viene dopo.
Beh nulla da dire sulla canzone dopo Rushin' The Crown che riprende un po’ la filosofia ostile nei confronti della vita in continuo supplizio e dell’uomo abitante, da loro definito: “Kingdom of torment...empire of shame….”.
In fine c’è la canzone che preferisco Hall of the Dead più leggera rispetto alle altre ma in un continuo crescendo verso quello che già annunciato dal titolo è “la sala dei morti” dove questi ormai rassegnati si uniscono in una giostra di dolore. E’ in questo pezzo che il bassista fin ora un po’ timido da il meglio di se in sintonia col collega alla ritmica legando al nastro la buona opera di tutto il gruppo.
Credo personalmente che anche se le idee non mancano e i lavori siano abbastanza buoni bisognerebbe un po’ rivedere tutti i pezzi ma i 4 cavalieri lombardi hanno centrato perfettamente il loro intento nel cercare di regalarci un po’ di sano e, purtroppo, nostalgico Thrash Metal anni ’80!

Tracklist:
1. Glare From The Ashes – Thrashicide
2. Stormlash
3. Checkmate of fate
4. Rushin' The Crown
5. Hall Of The Dead

Recensore: Alessandro De Fronzo - nibio1988@hotmail.it
Voto: 6/10
Contatti: http://www.myspace.com/stormlash

07/06/09

COMPILATION: Le bands partecipanti!

Alla fine, siamo riusciti a determinare la rosa di 16 bands che parteciperanno alla prima edizione di Italian Thrash Universe!

Voglio innanzitutto spiegare che si è arrivati a questi nomi attraverso la media matematica avuta con i voti dei giurati. Data questa dovuta spiegazione, ecco le bands che parteciperanno, in rigoroso ordine alfabetico:

ANCIENT DOME - Tyrants
CIEMENTIFICIO - Macedonia d'Interiora Bovine
COCAINE COWBOYS - Arrive, Raise Hell & Leave
DEVASTATOR - No Scout? Yes, Party!
ENEMYNSIDE - N.B.T. (No Blank Theory)
MG66 - To the Core... (Hate You!)
MOTAM DS - Fiesta
NAMELESS CRIME - Tested
S.L.U.G.S. - Haemorrage
S.R.L. - Melma
SUBHUMAN - Nata Troia
SUBLIMHATE - Only One Man
T-MULE - Line of Persecution
UNKNOWN - Flames Over The Confederacy
URANIUM 235 - Repulsion for the Present
WITHATE - Inner Prowler


La copertina sarà adopera dell'amico Marcello Rispo.

Pezzi, info sheets, copertina e quant'altro, saranno presto disponibili qui su http://thrashuniverse.blogspot.com e su www.myspace.com/thrashuniverse

Conteremo anche sulvostro buon vecchio passaparola ;)

Thrash on!

T.U. Staff

13/05/09

Screaming Orgasm (Ita) - Burning Thrash

Band: Screaming Orgasm
Titolo: Burning Thrash
Nazionalità: Italiana
Anno: 2008
Produzione: Autoproduzione

Il primo lavoro dei partenopei Screaming Orgasm ci presenta una giovane band composta da 4 amici e ex compagni di scuola che hanno unito il loro amore per il metal,con risultati discreti.
I 4 pezzi presentati ci mostrano un combo unito ma inesperto su alcuni piccoli fattori come la pronuncia inglese e alcune imperfezioni chitarristiche, comunque tutte cose che si aggiustano facilmente col tempo e le prove. L'influenza maggiore della band sono sicuramente i Metallica e i Maiden dai quali riprendono lo stile del cantato e alcune armonizzazioni-melodie.
Il pezzo meglio costruito del lotto è KlaatuVeradaNikto che mette in evidenza la batteria e una bella linea vocale accompagnata da una chitarra melodica e tagliente. Gli altri pezzi sono un attimino meno personali e più riconducibili alle loro influenze e ciò mi conduce a consigliare alla band di tenere KlaatuVeradaNikto come base per sviluppare i pezzi futuri e coniare cosi un genere personale e che metta in risalto le vostre qualità, qui ancora nascoste. A presto con nuovi brani ragazzi!

Tracklist:
1. SCS
2. KlaatuVeradaNikto
3. Barbarians
4. Brainsturbation

Recensore: AlexThrash - alexthrash@live.it
Voto: 6/10
Contatti: http://www.myspace.com/screamingorgasmmetalband

Sublimhate (Ita) - Demo 2008

Band: Sulimhate
Titolo: Demo 2008
Nazionalità: Italiana
Anno: 2008
Produzione: Autoproduzione

I laziali Sublimhate presentano il loro demo omonimo composto da 4 tracce e ci danno subito un bel cazzotto in faccia! La loro fonte di ispirazione principale sono sicuramente i Carcass e leggermente gli Slayer (in alcuni riff e aperture) ma si nota l'intenzione di creare qualcosa di personale. I suoni del demo sono buoni e con una batteria e basso mai in sottofondo che si prendono ogni tanto delle piccole soddisfazioni con break molto azzeccati.
A mio avviso il pezzo più interessante tra i 4 è Neither God, anche per via dell'utilizzo di effetti flanger e di alcuni buoni cambi di tempo mentre il pezzo più debole del lotto è Predestined To Damnation che non decolla e rimane lenta senza mai sfociare in qualcosa che ti faccia alzare dalla sedia!
In definitiva la band ha ancora bisogno di tempo per trovare la sua strada staccandosi dai numi tutelari e con la costanza e la discreta tecnica in possesso ai singoli si potrebbe intravedere un buon cambiamento già nel prossimo lavoro. In bocca al lupo!

Tracklist:
1.Neither god
2.Only one man
3.Predestined to damnation
4.Sexual instinct

Recensore: AlexThrash - alexthrash@live.it
Voto: 6,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/sublimhate

27/04/09

Sodom (Ger) - Agent Orange

Band: Sodom
Titolo: Agent Orange
Nazionalità: Tedesca
Anno: 1989
Produzione: Steamhammer/SPV

CAPOLAVORO. Né più né meno! Non siamo di fronte a un disco tecnicamente elevato, non siamo di fronte a velocità pazzesche, ma siamo di fronte a un disco che ogni metallaro, e più specificamente, ogni thrasher deve avere. Qui mi potrei fermare, perchè un thrasher che non conosce questo disco, mi spiace ma non può definirsi tale. Agent Orange è alla base dei migliori 5 dischi che la scena thrash teutonica abbia mai sfornato.
Datato fine anni 80 (1989) l'abum si aggira intorno ai 40 minuti di durata con 9 tracce presenti, una più bella dell'altra. Si va dal ritmo più scandito della hit Remember The Fallen alla motorheadiana Ausgebombt. Dietro le pelli il compianto Chris Witchhunter, dall'inizio alla fine del disco martella la batteria come un ossesso, lasciando solo a tratti momenti per ritirare il fianco. Tom Angelripper urla tutta la sua cattiveria dietro a quel microfono da cui fa uscire disprezzo per tutto e tutti mentre è Frank Blackfire alla chitarra a completare la line up con un più che egregio lavoro di chitarra che sciorina assoli uno dietro l'altro.
Per concludere, io non so se questo è il migliore disco in assoluto dei Sodom, ma è sicuramente uno degli album capostipite di un genere! IMPERDIBILE.

Tracklist:
1. Agent Orange
2. Tired And Red
3. Incest
4. Remember The Fallen
5. Magic Dragon
6. Exhibition Bout
7. Ausgebombt
8. Baptism Of Fire
9. Don’t Walk Away

Recensore: Angelripper - fedefalk10@hotmail.com
Voto: 8/10
Contatti: http://sodomized.info/

22/04/09

AA. VV (U.S.A./Jpn/Ing) - Anglican Scrape Attic

Band: Hirax, The Execute, Lip Cream, Concrete Sox, Sacrilege
Titolo: Anglican Scrape Attic
Nazionalità: Americana, Giapponese, Giapponese, Inglese, Inglese
Anno: 1985
Produzione: Autoprodotto

Split a 5 questo Anglican Scrape Attic, second step del viaggio attraverso la discografia degli americani Hirax. Split a dir poco multietnico, se si pensa che a far compagnia alla band statunitense ci sono i giapponesi The Execute e Lip Cream, e gli inglesi Concrete Sox e Sacrilege.
Manco a dirlo, la produzione è di quella della vecchia scuola (e non ci si dovrebbe sorprendere, dato che il cd è datato 1985): per cui suoni bassi e chitarre zanzarose sono il light motive di Anglican Scrape Attic.
Il primo pezzo è proprio degli Hirax, presenti con Destruction And Terror, che sarà presente nel disco d'esordio dell'act americano, Raging Violence. Il sound è quello che abbiamo potuto scoprire col demo d'esordio: Thrash/Speed/Crossover con quel leggero tocco di NWOBHM. Dagli States ci si sposta nel paese del Sol Levante. In primis con i The Execute, presenti con Your Eyes: come sonorità, bene o male ci si avvicina alla proposta degli Hirax. Seguono poi i Lip Cream con Top Fight, altra band Thrash/Speed: riff sparati a velocità allucinanti e sezione ritmica rapida e ferale.. bel lavoro! At least, dal Giappone si vola in Inghilterra col Crust punkeggiante di Concrete Sox (una specie di Sex Pistols forse più incazzati), con Eminent Scum, ed il Thrash nudo e crudo dei Sacrilege, divenuti in seguito una band Doom, con Blood Run.
Split a mio avviso solo per collezionisti questo: la proposta è decisamente TROPPO Old School per molti, anche per chi è avvezzo a tali sonorità. Merito va dato a chi ha organizzato questa cosa, però, soprattutto per la lungimiranza di mettere insieme tre culture decisamente lontane da loro, accomunate da un unico filo conduttore: il Thrash.

Tracklist:
1. Hirax - Destruction and Terror
2. The Execute - Your Eyes
3. Lip Cream - Top Fight
4. Concrete Sox - Eminent Scum
5. Sacrilege - Blood Run

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 5,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/hirax - http://www.myspace.com/vic_sox - http://www.myspace.com/uksacrilege

21/04/09

Pitiful Reign (Ing) - Visual Violence

Band: Pitiful Reign
Titolo: Visual Violence
Nazionalità: Inglese
Anno: 2008
Produzione: Punishment18 Records

Esordio discografico in pompa magna quello dei Pitiful Reign, quintetto inglese attivo già dal 2003.
Forti di una copertina disegnata dal sommo Repka (tornato più in forma e produttivo che mai) e di nomi GROSSI alla produzione (ma di questo parleremo più tardi) il tutto strapubblicizzato su internet tanto che io stesso li ho conosciuti tramite myspace.
Dischettino con un primo impatto niente male, l'attitudine dei "numero componenti" è thrash al 100% e riporta in vita sonorità che all'orecchio dei più affezionati non risulteranno proprio nuove (la lista dei gruppi che salteranno in mente sarà pressochè infinita) il tutto fatto con uno stile discreto.
Sonorità che si mantengono su ritmi veloci ma non impossibili da seguire, questa risulta essere una scelta azzeccata in quanto permette alla band di distinguersi da gli innumerevoli altri gruppi che oggi invadono la scena Thrash e che in alcuni casi tendono all'eccesso di velocità (particolare che non sempre è un difetto).
Tutto molto gradevole, dal riffing alla sessione ritmica passando per le linee vocali, nonostante tutto però le canzoni sembrano mancare di qualcosa e tendono a non lasciare il segno, almeno per la parte iniziale…
Eh si perché in ogni cosa c’è l’eccezione che conferma la regola ed in questo caso la parte del leone la gioca il binomio Push to Prime e Thrash,Boobs & Zombies (che tanto ricordano gli irlandesi Gama Bomb), due veri calci nelle palle con rincorsa annessa che danno il brusco risveglio dopo una mezz’ora di “concentrazione” da "ma sto disco quando comincia a menare come si deve?".
Riallacciandomi all’inizio di questa recensione vado a specificare quella che, secondo me, è la vera pecca di questo disco: la tanto pubblicizzata produzione.
Per intenderci, anche io avrei strillato ai quattro venti se avessi potuto collaborare con un personaggio simile… eh si perché dietro a questo dischettino c'è lo zampino di uno degli artisti più chiacchierati della scena metal, quello Steve di Giorgio da molti osannato per i suoi trascorsi in band di cui nemmeno faccio i nomi (se non li sapete cambiate sito ed andate su quello di x-factor :D) ma che da altri viene tacciato di "mercenarismo" proprio per l’eccesso in questa sua tendenza (personalmente ritengo che siano scelte e che più ho l’occasione di sentirlo e più godo!!!)
In questo caso il nostro beniamino posa il suo bel Fretless e si mette a giocare con le mille levette e lucine comodamente seduto sulla sua poltroncina, peccato però che la sensazione che si ha è quella di un artista con un concetto un po’ egoistico di “DISCO”. Il basso si veste da protagonista ma risulta eccessivamente evidenziato e sottolineato , fattore che, mentre all'inizio può sembrare una trovata discreta, alla lunga penalizza un lavoro che tutto sommato poteva stare di parecchio sopra la sufficienza.
Doppio consiglio conclusivo: a Steve di Giorgio un maggior equilibrio nel lavoro di produttore ed alla band quello di costruirsi una personalità più forte e soprattutto più “intima” che li porti a non doversi nascondere dietro a nomi eclatanti così com’è stato per Visual Violence (che risulta comunque essere un buon disco) ed a tirare fuori tanta grinta da farci rompere il collo. Rimandati alla prossima.
Citazione : "Dive, into the pit without regret for where you land,
Dive, into the pit over and over again” (D.I.V.E.)

Tracklist:
1. Visual Violence
2. Human Coleslaw
3. D.I.V.E.
4. Fatality
5. Malevolence of the Butcher
6. Rapid Deployment
7. Pushed to Prime
8. Thrash, Boobs and Zombies

Recensore: Fabio "rfh" Schiavitelli
Voto: 6,5/10
Contatti: http://www.pitifulreign.co.uk/

Hirax (U.S.A.) - Demo 1984

Band: Hirax
Titolo: Demo 1984
Nazionalità: Americana
Anno: 1984
Produzione: Autoprodotto

Siete amanti, oggi come oggi, delle sonorità di Municipal Waste, Gama Bomb e delle bands Thrash/Crossover che stanno sostanzialmente dominando la scena Thrash? Siete cresciuti godendo dell'ascolto di Nuclear Assault, D.R.I. e compagnia crossovereggiante? Beh, c'è una sola band che in pratica dovete ringraziare: gli Hirax.
Questa band statunitense, infatti, è da considerarsi come la capostipite di questo genere, la prima che si sia cimentata in questo particolare modo d'intendere il Thrash Metal. Questo loro Demo 1984 è la loro primissima fatica, una demo-tape (rarissima) di 4 pezzi, in cui è possibile ritrovare, oltre ai classici elementi che potete riscontrare nelle band citate poco più su, ancora una certa influenza della NWOBHM: sarà forse per il timbro vocale o per alcune soluzioni nel guitar working, ma qualcosa dei primissimi Iron Maiden c'è e si sente tutto.
Quattro pezzi dunque, come detto, per un totale di poco più di 10 minuti nei quali gli Hirax, forse inconsapevolmente, sono in pratica entrati nella storia, divenendo i padri fondatori del Thrash/Crossover. La traccia più lunga è la conclusiva Believe In the King (poco più di 3 minuti) ed è anche quella dove più che nelle altre si sente la forte inluenza del Metal classico britannico: diciamo pure che se questa song fosse uscita da uno qualsiasi dei primi lavori Maideniani nessuno avrebbe gridato allo scandalo. E' cmq la doppietta iniziale, Born in the Streets - Battle Cry, che rappresenta, a mio avviso, il meglio in questo lavoro, con Stand and be Counted che si attesta un gradino sotto insieme alla già citata traccia conclusiva.
Inutile dire che questa band è fortemente consigliata agli amanti delle band nominate nel cappello iniziale. Senza dimenticare però che anche gli amanti dell'Heavy classico troveranno punti che potranno piacer loro non poco. Gli Hirax cominciarono nel 1984 un percorso nuovo, che da allora non si è mai interrotto: 25 anni di carriera, vorranno pur sempre dire qualcosa, no?

Tracklist:
1. Born in the Streets
2. Battle Cry
3. Stand and be Counted
4. Believe in the King

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 7/10
Contatti: http://www.myspace.com/hirax

20/04/09

Maelstrom (Ita) - Bang In Your Ears

Band: Maelstrom
Titolo: Bang In Your Ears
Nazionalità: Italiana
Anno: 2007
Produzione: Autoprodotto

Che mazzata! E’ raro ascoltare un massacro sonoro del genere al giorno d’oggi, soprattutto se si parla di un album di fottuto Thrash Metal di stampo ottantiano fatto bene, e sopratutto se si parla di un gruppo italiano attivo da alcuni anni, ora al debutto, e non di una qualche vecchia leggenda della Bay Area. Perchè ormai è più facile e comodo suonare robetta melodica e di facile ascolto, per compiacere i tredicenni che chiedono i soldi ai genitori per comprare i loro album “metal” preferiti, piuttosto che rifarsi, sia col look che soprattutto con l’attitudine e il suono, ad un fenomeno stagionato ma non per questo da buttar via,anzi.
E i Maelstrom questo lo sanno, suonando solo ciò che gli piace e che sanno far meglio, ovvero pura violenza Thrash Metal! Questo Bang in your ears si rifà a questo genere fin dalla copertina, scarna e rozza ,senza fronzoli, fino ovviamente alla musica, ottima e senza compromessi. La sezione ritmica,a opera di Francesco “Warmachine” (batteria) e Manuel “Crazy Fox” trita tutto e tutti, senza lasciare un attimo di tregua, coadiuvati dalla pulita voce (per così dire) e dalle taglienti chitarre di Roberto “Shotgun”, accoppiando riff e solos al fulmicotone e testi secondo tradizione, in questo ottimo debutto composto da 10 sparatissime canzoni, e raggiungendo l’apice con il pezzo più bello del lotto, una nostalgica dichiarazione d’intenti, To thrash is our duty!!, dal refrain impossibile da non cantare, e infatti molto apprezzata durante le loro devastanti esibizioni live. I Maelstrom sono una delle tante perle nascoste nell’underground italiano, portatori di un credo per molti morto, ma vivo nel cuore di chiunque adori la scena ottantiana, e gruppi come Slayer, Metallica, Megadeth, Testament e compagnia thrasheggiante…da ascoltare assolutamente.

Tracklist:
01. Death's back among us
02. Headbangers
03. Caged by metal
04. Circuit of madness
05. On or off?
06. Save you
07. Writhing of the mind
08. Bloodbath
09. MaelstroM
10. To thrash is our duty!!

Recensore: Angelripper - fedefalk10@hotmail.com
Voto: 7/10
Contatti: www.myspace.com/maelstromthrash

Metallica (U.S.A.) - Master of Puppets

Band: Metallica
Titolo Master of Puppets
Nazionalità: Americana
Anno: 1986
Produzione: Elektra

Avevo poco meno di 10 anni quando, a casa di un amico, dalla camera del fratello mi giunsero alle orecchie delle note che mi colpirono subito. Fu quell'attimo di curiosità a cambiarmi la vita, avvicinandomi a quella che tutt'ora è la musica che ascolto. La prima canzone Metal che abbia mai sentito in vita mia è presente in quello che fu il primo cd che abbia mai comprato. La canzone? Welcome Home (Sanitarium). Il cd? Che cazzo di domande sono? Master of Puppets dei Metallica.
Master of Puppets rappresenta, non solo per me, ma anche per moltissimi altri, il punto d'inizio: è senza la minima ombra di dubbio uno dei dischi che ha avvicinato più persone al nostro amato genere musicale. L'alchimia creata da Hetfield, Ulrich, Hammett e Burton in questo cd è un qualcosa che non si è mai ripetuta.
Dalle prime note di Battery fino all'ultima di Damage Inc., passando per Master of Puppets, The Thing That Should Not Be, Welcome Home (Sanitarium), Desposable Heroes e la strumentale Orion, si respira la Leggenda: un disco perfetto, sotto ogni minimo profilo.
E', come detto, Battery a dare il via ad una cavalcata di 54 minuti che rappresentano quello che è ritenuto da molti il punto più alto dell'intera scena Thrash Metal: e di cavalcata vera e propria si deve parlare con questo pezzo, grazie al suo maestoso incedere ed al (grandioso) lavoro di Ulrich dietro le pelli. Un attimo per prendere il respiro ed eccoci alla title-track: IL pezzo Thrash, al pari di Raining Blood degli Slayer. Quell'attacco iniziale, la fucilata che segue l'intro, la voce di Hetfield che inizia ad urlare "End of passion play, crumbling away/I'm the source of self-destruction", quel ritornello che puà essere definito solo con la parola STORIA: "Come crawling faster/Obey your Master/Your life burns faster/Obey your Master/Master/Master of puppets I'm pulling your strings/Twisting your mind and smashing your dreams/Blinded by me, you can't see a thing/Just call my name, 'cause I'll hear you scream/Master. Master/Just call my name, 'cause I'll hear you scream/Master. Master". E l'assolo, considerato il più bello della storia del Metal. Un attimo (beh attimo... più di 6 minuti) di calma (apparente) con The Thing That Should Not Be, col suo oscuro testo Lovecraftiano, le ritmiche cadenzate... Ed arrivano poi i brividi, il mio punto zero: Welcome Home (Sanitarium); la semi-ballad iniziale, la voce semi-pulita di Hetfield, l'arpeggio iniziale che a distanza di 20 anni ancora mi fa venire la pelle d'oca, la roboante parte finale: cosa vuoi di più dalla vita? E col cazzo che ti rispondo un Lucano. i Four Horsemen ci portano poi sui campi di battaglia con Desposable Heroes, il pezzo che forse meglio di tutti riesce a dar la sensazione di trovarsi inguerra, e con una frase che meglio fa capire cosa sono realmente i soldati: "I was born for dying". La tripletta finale porta via quasi 20 minuti: la granitica Leper Messiah, la lunghissima e sensazionale strumentale Orion ed a chiudere il disco Damage Inc.
Il Thrash Metal dei giacchetti di jeans pieni di toppe. Il Thrash Metal dei jeans aderenti e delle scarpe da ginnastica bianche. Il Thrash Metal in quello che è stato l'anno del terremoto, il 1986 (in quell'anno sono usciti anche Reign in Blood degli Slayer, ed un anno prima erano già arrivati Bonded By Blood degli Exodus e Spreading the Disease degli Anthrax). Master of Puppets è il Thrash Metal. Se non siete d'accordo o, ancora peggio, non conoscete quest'opera d'arte (cosa che coi metallini dell'ultim'ora cresciuti con i cazzoni mascherati che corrispondono al nome di slipzozz può accadere), andatevene a fanculo: non siete nemmeno meirtevoli di essere vivi.

Tracklist:
1. Battery
2. Master of Puppets
3. The Thing That Should Not Be
4. Welcome Home (Sanitarium)
5. Disposable Heroes
6. Leper Messiah
7. Orion
8. Damage Inc.

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: n.g.
Contatti: http://www.metallica.com/

Seal (Ita) - Prisoner of Life

Band: Seal
Titolo: Prisoner of Life
Nazionalità: Italiana
Anno: 2008
Produzione: Autoproduzione

I Seal vengono da Torino e nelle tre tracce del demo Prisoner of life propongono un thrash/death che a mio avviso ha molto poco di thrash e che paga dazio in primis ai Death, loro influenza ostentata, e in minor quantità a Slayer e Obituary. Le idee a sostegno dei pezzi non mancano e neanche la perizia tecnica dei 4 ragazzi, nonostante ogni tanto la voglia di strafare li induce a perdonabili errori, principalmente al batterista e alla chitarra solista consiglierei di andarci un po' meno con foga e di ragionare a volte, tanto i pezzi son buoni lo stesso!!
Il primo pezzo Suffering my Pain dimostra in toto le influenze dei 4 con dei giri che sembrano uscire dalla penna di un certo Chuck(r.i.p.) ma con delle lyrics che non corrispondono ai cliché del genere.. Andate sullo space e leggete i loro testi/commenti ai testi.. La seconda traccia Last Dream si fregia di parti più melodiche e di un riff di chitarra di facile memorizzazione che accompagna la voce nel refrain. L'ultima traccia è quella che da il nome al lavoro, ed è sicuramente la più ricca di cambi e con una sezione centrale dove spicca il secondo solo/riff, davvero molto ben strutturato, mentre il primo necessita di essere rivisto in quanto troppo frettoloso e sbavato. Buonissimo il lavoro del basso che in questa traccia si mette un po' in evidenza rispetto alle altre.
Alla fine dopo ripetuti ascolti concludo dicendo che non sto bocciando i Seal, anzi direi che son promossi sicuramente perché per essere un primo demo va più che bene. Ragazzi aggiustate un po' il tiro, lavorate ancora un po' sugli strumenti e su uno stile compositivo tutto vostro. Con questi tre accorgimenti il prossimo lavoro sarà sicuramente un bel passo avanti.

Tracklist:
1. Suffering my Pain
2. Last Dream
3. Prisoner of life

Recensore: AlexThrash - alexthrash@live.it
Voto: 6/10
Contatti: www.myspace.com/sealbandto

16/04/09

Nofuck (Ita) - Existenzminimum

Band: Nofuck
Titolo: Existenzminimum
Nazionalità: Italiana
Anno: 2007
Produzione: Autoprodotto

Attivi dall'ormai lontano 1997, i NoFuck hanno attraversato sicuramente un periodo travagliato a causa di sconvolgimenti in line up e altre cause interne al gruppo, ma tornano con una nuova linfa vitale a spaccare le casse dei nostri stereo con un full lenght di puro Thrash Metal, Existenzmimimum , datato 2007. Lo stile dei Nofuck mischia un Thrash sicuramente più moderno che prende spunto da band come Messhuggah, Pantera e Fear Factory, a un Thrash dichiaratamente anni '80, che vede negli Anthrax una grande forma di ispirazione.
L'impatto è notevole fin da subito, grazie a una produzione più che sufficiente e alle chitarre granitiche quanto serve per dare la giusta violenza alle songs. La sezione ritmica e il cantato, a volte in growl, a volte in chiaro, non sono da meno, e vanno cosi ad integrare quello che può essere sicuramente un album degno di essere ascoltato , non solo dagli amanti del genere ma anche e soprattutto da chi ama sonorità più moderne.

Tracklist:
1. Nofuck
2. Shattered Dreams
3. In Hail
4. Abstine
5. Tragedy
6. Australian Girl
7. Existenzminimum
8. Why Me?

Recensore: Angelripper - fedefalk10@hotmail.com
Voto: 7/10
Contatti: http://www.nofuck.it

05/04/09

Gama Bomb (Irl) - Citizen Brain

Band: Gama Bomb
Titolo: Citizen Brain
Nazionalità: Irlandese
Anno: 2008
Produzione: Earache Records

Cavalcando la nuova onda di Thrash (o New-Thrash, per i più fedeli), arrivano direttamente dalla terra della Guinness cinque ragazzotti cresciuti a pane e mosh: i Gama Bomb. Citizen Brain è il primo lavoro su larga distribuzione (preceduto da qualche demo e dal full length Survival of the Feastest del 2005) e da subito sembra voler attentare alla cervicale di chi lo ascolta, con una serie di riff che non danno spazio al respiro.
Tutto chiaro sin dall'inizio quindi. Ad aprire le danze (o il mosh?) Zombie Bloody Nightmare, con uno degli attacchi più Thrash degli ultimi anni: la traccia basta da sola a radere al suolo qualsiasi barlume di lucidità della mente del malcapitato ascoltatore. Si prosegue senza cali di ritmo per tutti i 38 minuti del disco, attraverso songs che risultano veri e propri inni agli anni '80. C'è spazio per citazioni a Robocop (OCP), Teenage Mutant Ninja Turtles (Return of the Technodrome) e Superman (In the Court of General Zod). Attenzione particolare suscita la coin-oniana (passatemi il neologismo) Final Fight, vero e proprio time warp per chi, come il sottoscritto, ha passato numerose ore della propria infanzia in sala giochi. Cito parte del testo e sfido i più grandicelli a non farsi scendere una lacrima:
"Cody, Mad Gear, Haggar, vangeful, slums
Uptown, subway, Hollywood, 2P, Axel
Sodom, Thrasher, katanas, barrel
Dynamite, burger"
In conclusione, il disco è senza dubbio una delle maggiori sorprese del 2008, magari non originale ma che presenta ottimi pezzi, una durata non eccessiva (15 tracce in 38 minuti) ed una produzione di buon livello, curata da Scott Atkins, che sembra voler dare l'effetto di una rasoiata ad ogni singolo passaggio (riuscendo pienamente nel suo intento).
Assolutamente consigliati sia su disc che dal vivo!!
N.B.: Il disco è stampato anche in edizione limitata, contenente un DVD "making of..."
Citazione: "It's time to thrash like it's 86" (Bullet Belt)

Tracklist:
1. Zombie Bloody Nightmare
2. Evil Voices
3. Final Fight
4. Time Crime
5. Global Warning
6. OCP
7. Hammer Slammer
8. Sentenced to thrash
9. Zombie Brew
10. Hell Trucker
11. Return of the Technodrome
12. Thrashoholic
13. In the Court of General Zod
14. Space Invaders
15. Bullet Belt

Recensore: Fabio "rfh" Schiavitelli
Voto: 8/10
Contatti: http://www.gamabomb.com

02/04/09

Violator (Bra) - Chemical Assault

Band: Violator
Titolo: Chemical Assault
Nazionalità: Brasiliana
Anno: 2006
Produzione: Kill Again Records

In barba a qualsivoglia moda, dal Brasile arrivano tre ragazzi che hanno bene in mente cosa vogliono fare: Thrash Metal che più Old School non si può. I Violator, da Brasìlia, si presentano con uno dei più imponenti album d'esordio che mi sia capitato d'ascoltare, più sorprendente anche di prime volte di gruppi quali Gama Bomb, Bonded By Blood.. e ci voglio aggiungere anche Municipal Waste.
Ebbene sì, l'esordio dei Violator, dal titolo Chemical Assault, è qualcosa di assolutamente incredibile. Coadiuvati da una produzione che rispecchia lo spirito Old School, ma che fa anche leva su un buonissimo dosaggio dei suoni, i Violator caricano a testa bassa senza il benchè minimo compromesso, sparando a mille dei veri e propri inni al Thrash Metal come Addicted to Mosh, la funambolica UxFxTx (United For Thrash), Ordered to Thrash.. ma anche Destined to Die (con una parte centrale da urlo), Brainwash Possession e l'opener Atomic Nightmare, presente anche nella celeberrima compilation della Earache Thrashing Like a Maniac.
La voce di Pedro Poney Ret è assolutamente perfetta: adattissima al genere, non scimmiotta nessuno ed in più il buon Pedro riesce al 100% dove molti falliscono (è capitato di ascoltare buoni gruppi con una voce praticamente ridicola). Da menzionare, però, anche gli altri due componenti dell'act brazilero: Pedro Capaça, che violenta le sue sei corde dall'inizio alla fine del disco, e David Araya che, unito al basso di Pedro Poney Ret, mette su una sezione ritmica tanto granitica quanto tagliente (ascoltate Brainwash Possession e capirete).
In qualsiasi modo vogliate, procuratevi Chemical Assault. Sarò ripetitivo, ma quello dei Violator è di certo fra i migliori debutti che la mia mente ricordi: ascoltateli e poi mi direte la vostra. Ma mai come ora, sono certo d'aver ragione.

Tracklist:
1. Atomic Nightmare
2. UxFxTx (United for Thrash)
3. Destined to Die
4. Addicted to Mosh
5. Brainwash Possession
6. Ordered to Thrash
7. Toxic Death
8. Lethal Injection
9. The Plague Returns
10. After Nuclear Devastation

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 10/10
Contatti: http://www.violatorthrash.com/

COMPILATION IN ARRIVO

IN PREPARAZIONE LA COMPILATION DI THRASH UNIVERSE

Thrash Universe sta allestendo una compilation con 15 bands della scena Thrash tricolore. Le bands interessate a partecipare non devono fare altro che inviare una e-mail all'indirizzo thrashuniverse@gmail.com indicando:
- Nome della band
- Indirizzo e-mail
- Pezzo col quale si ha intenzione di partecipare
- Link del MySpace o di un mp3 dal quale ascoltare il pezzo

La scelta dei 15 gruppi sarà ad insindacabile giudizio dello staff di Thrash Universe

La compilation sarà scaricabile gratuitamente dal MySpace e dal sito di Thrash Universe. Il file conterrà, oltre gli mp3, anche dei documenti word con le biografie delle bands partecipanti e l'artwork

Vi aspettiamo numerosi!

Lo staff

31/03/09

Toxic Holocaust (U.S.A.) - An Overdose of Death...

Band: Toxic Holocaust
Titolo: An Overdose of Death...
Nazionalità: Americana
Anno: 2008
Produzione: Relapse Records

Dopo tanti anni nei quali i Toxic Holocaust sono stati una one man band, col solo Joel Grind ad occuparsi di tutto (e pure di più), arriva il momento anche per i loro di divenire una band a tutti gli effetti. Anche se non proprio durante le registrazioni di An Overdose of Death..., terzo studio album della band di Portland. L'entrata di Philthy Gnaast (basso) ed Al Positions (batteria) è postuma la registrazione di questo lavoro, uscito nel 2008 ed edito da Relapse Records. A dare una mano a Joel in questa fatica, comunque, abbiamo un batterista non da poco: Donny Paycheck degli Zeke.
Produzione leggermente più pulita rispetto al passato: questa l'unica sostanziale differenza rispetto ai precedenti lavori già recensiti; per il resto c'è solo il classico Thrash/Black divenuto un marchio di fabbrica per i Toxic Holocaust, il segno distinguibile che quel dato pezzo, quel dato album è il loro.
Gli ossessivi ritmi punkeggianti ancora una volta sono il tappeto per la malsana voce di Joel, che ancora sputa tutto il suo odio con una naturalezza semplicissima, dando vita ad un buon lavoro, cosa ormai divenuta una consuetudine da queste parti, a quanto pare.
Possiamo notare la presenza di 3-4 pezzi che possono benissimo reggere il confronto con i migliori pezzi delle passate uscite: mi riferisco alla doppietta iniziale Wild Dogs + Nuke the Cross, a Feedback, Blood And Distortion ed a Gravelord. C'è poi una riedizione del grande classico dei Toxic Holocaust: War is Hell, riarrangiata per l'occasione e resa comunque ferale, anche se meno rapida rispetto a quella che possiamo ascoltare in Evil Never Dies (il cui fascino rimane assolutamente unico).
I Toxic Holocaust quindi abbandonano quelli che son stati i propri lidi per tanti anni: Joel Grind si accompagna definitivamente ad altri musicisti, non si sente più tutto quel riverbero nelle parti vocali, la produzione si è fatta più pulita. A molti potrà anche piacere (ed il risultato in An Overdose of Death... è decisamente buono), ma per quanto mi riguarda, preferivo nettamente la versione più grezza dei TH.

Tracklist:
1. Wild Dogs
2. Nuke the Cross
3. Endless Armageddon
4. Future Shock
5. War Game
6. In the Name of Science
7. March from Hell
8. Gravelord
9. War is Hell
10. The Lord of the Wasteland
11. Feedback, Blood and Distortion
12. Death from Above
13. City of a Million Graves

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 6,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/toxicholocaust

30/03/09

Toxic Holocaust (U.S.A.) - Hell on Earth

Band: Toxic Holocaust
Titolo: Hell on Earth
Nazionalità: Americana
Anno: 2005
Produzione: Nuclear War Now!

Passano due anni dal grandioso Evil Never Dies ed ecco che torna alla carica Joel Grind coi suoi Toxic Holocaust! Ancora una volta senza componenti, totalmente da solo, Joel si misura di nuovo sulla lunga distanza per undici pezzi di Thrash/Black in pieno stile Sodom.
Casa discografica a parte (Hell on Earth è edito da Nuclear War Now!), non è cambiato perfettamente nulla dal disco predecessore. Per cui, Joel Grind all'assalto per meno di mezz'ora fra blasfemia, inni guerreggianti ed il suo inconfondibile sound Punk. Manca forse quel pezzo che ti si marchia in mente dalla primissima nota, come è accaduto, ad esempio, con War is Hell su Evil Never Dies. Nonostante ciò, pezzi buoni ci sono eccome anche qui, già a partire dalla splendida (suonata!!) e dalla seguente IntroMetallic Crucifixion. Send Them to Hell è il classico pezzo, invece, il cui chorus è destinato ad essere urlato a squarciagola da quanti, fortunati, potranno essere agli show della marcia band statunitense. Stessa cosa dicasi per la title-track, che conclude l'album e che ha un ospite d'eccezione: il solo di chitarra è suonato da Bobby Steele, ex Misfits.
Ottimi di nuovo quindi i Toxic Holocaust, nonostante un piccolo passo indietro rispetto l'album precedente. Ma come ho avuto già modo di scrivere, quello è per me inarrivabile. Hell on Earth è comunque un gran bel disco,consigliato alle stesse persone della recensione precedente.
It's Hell on Earth.

Tracklist:
1. Intro
2. Metallic Crucifixion
3. Arise from the Cemetery
4. Send Them to Hell
5. Thrashing Death
6. Burn
7. Death Camp
8. Never Stop the Massacre
9. Time to Die
10. Ready to Fight
11. Hell on Earth

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 8/10
Contatti: http://www.myspace.com/toxicholocaust

Toxic Holocaust (U.S.A.) - Evil Never Dies

Band: Toxic Holocaust
Titolo: Evil Never Dies
Nazionalità: Americana
Anno: 2003
Produzione: Witches Brew

Sapete cosa vuol dire sporcizia sonora? No? Allora non avete mai ascoltato i Toxic Holocaust! La one man band (fino al 2008) formata dal solo Joel Grind è l'emblema, a mio avviso, del Thrash/Black più rozzo, sporco ed intransigente.
Non c'è il minimo accenno di melodia, zero tecnica: solo Joel con i suoi strumenti, la sua voce gracchiante ed un sound Punk senza particolari fronzoli. Evil Never Dies rappresenta il primo album (almeno da solista, visto che già c'erano stati gli split album con Orichinki e Hellacaust) per il buon Joel, coadiuvato dalla Witches Brew, che a quanto pare ha deciso (a ragione) di puntare su questo eclettico musicista.
Neanche a dirlo, in quest'album abbiamo dei veri e propri cavalli di battaglia per quel che riguarda i Toxic Holocaust. Pezzi come War is Hell, Enemy of Jesus, Exxxecutioner, 666, Summon the Beast, Demise... tutto lascia intendere quali siano le tematiche affrontate da Joel (che, se non l'avete capito, vertono sopratutto su Guerra e Anticlericaresimo nudo e crudo). Non sono da meno Deathmaster e Metal Attack, ennesimi pezzi costruiti per raggiungere un unico scopo: fare casino.
Evil Never Dies rappresenta, a mio avviso, un punto altissimo inarrivabile della discografia dei Toxic Holocaust, seppure questo disco sia stato seguito da altri due ottimi album (e parlo solo degli album, non dell'infinità di Split): Hell on Earth ed il recente An Overdose of Death..., nel quale i Toxic Holocaust hanno finito d'essere una one man band per divenire un gruppo vero e proprio. Ma di questo ne parleremo a tempo debito.
Disprezzate il Metalcore? Le produzioni cristalline che pompano al massimo ogni singolo strumento vi smosciano il cazzo? Siete stanchi di fighettini che fanno la voce da cattivone? Fate vostro Evil Never Dies e la vita vi sorriderà: non c'è niente di tutto quello qui dentro: solo Male messo in musica.

Tracklist:
1. Evil Never Dies
2. War is Hell
3. Enemy of Jesus
4. Damned to Fire
5. Exxxecutioner
6. 666
7. Summon the Beast
8. Demise
9. Warfare
10. Dead to the World
11. Fallout
12. Atomik Destruktor
13. Deathmaster
14. Metal Attack
15. Created to Kill

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 9/10
Contatti: http://www.myspace.com/toxicholocaust

28/03/09

Bonded By Blood (U.S.A.) - Feed The Beast

Band: Bonded By Blood
Titolo: Feed The Beast
Nazionalità: Americana
Anno: 2008
Produzione: Earache

Devo fare mea culpa. Devo farlo per essermi perso sino ad ora questi cinque ragazzi californiani. E per non essere andato a Roma (al Sinister Noise) per il concerto che vedeva impegnati i Bonded By Blood con gli irlandesi Gama Bomb.
Proprio ai Gama Bomb ci si può riferire per far capire cosa suonano i BBB, arrivati con Feed The Beast al primo album, dopo il demo Four Pints of Blood e l'EP Extinguish The Weak. Thrash/Crossover della vecchia scuola, con influenze, dunque, che vanno da Nuclear Assault a D.R.I., passando per i Vio-lence. Insomma, un'altra band che si butta a capofitto nel revival di questo genere, così come i già nominati Gama Bomb e i Municipal Waste.
Non c'è da prender male queste parole però. A differenza del Metalcore, dove ogni nuova band (nonostante le vagonate e vagonate di gruppi già esistenti) è, a mio parere, solo un male, in questa particolare frangia Old School del Thrash ogni band è linfa vitale. Ed i Bonded By Blood sono l'ennesima riprova.
Feed The Beast si presenta come un unico blocco da moshpit di poco più di 40 minuti: dodici pezzi rapidi (per esecuzione), con una sezione ritmica frenetica, coadiuvata dall'ottimo riffing-work di Alex Lee e Juan Boogie. Come da copione anche la voce di Jose "Aladdin" Barrales, urlata, per certi versi sgraziata: ma fa parte del background Punk del genere, no? L'iniziale Immortal Life risulta anche essere la traccia più convincente dell'album, con comunque tutto il resto che si attesta decisamente sopra la media (vedasi la title-track, The Evil Within e Self Immolation). Come non parlare, poi di Theme From Teenage Mutant Ninja Turtles? Chi di voi (almeno quelli della mia età o giù di lì) non ricorda il cartone animato delle Tartarughe Ninja? Andiamo, su..!!! C'è, comunque, anche un'edizione limitata di Feed The Beast, con un altro cd in cui sono presenti altri due pezzi: Severe Violation ed Unusual Punishment.
Fortunatamente, dunque, son riuscito a procurarmi qualcosa dei Bonded By Blood; e fra questi il loro debut album Feed The Beast. Un disco consigliato, manco a dirlo, agli amanti di Nuclear Assault e compagnia bella.

Tracklist:
1. Immortal Life
2. Feed The Beast
3. Psychotic Pulse
4. Necropsy
5. Mind Pollution
6. Another Disease
7. The Evil Within
8. Tormenting Voices
9. Civil Servant
10. Self Immolation
11. Vengeance
12. Theme From Teenage Mutant Ninja Turtles
13. Severe Violation*
14. Unusual Punishment*

*Bonus tracks dall'Edizione Limitata del CD

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: 8,5/10
Contatti: www.myspace.com/bondedbyblood

26/03/09

Testament (U.S.A.) - The Gathering

Band: Testament
Titolo: The Gathering
Nazionalità: Americana
Anno: 1999
Produzione: Spitfire

Altro giro, altra corsa, altra recensione di un disco il cui voto, alla fine, sarà n.g. (non giudicabile). Questo non perchè il disco in questione fa talmente schifo da non poter essere giudicato, ma semplicemente perchè si sta parlando sostanzialmente di un capolavoro, per il quale un voto da 1 a 10 è in pratica riduttivo.
Anno Domini 1999, a due anni dall'incazzatissimo Demonic, nel quale i Testament misero tutta la loro rabbia dopo molte beghe con la casa discografica, la band di Oakland torna con una Line-Up che sa tanto di All Stars: ai soliti Chuck Billy (voce) ed Eric Petersson (chitarra), abbiamo nomi altisonanti a completare la formazione, ossia Dave Lombardo (batteria), James Murphy (chitarra) e Steve DiGiorgio (basso). Sospetto che questi signori non hanno assolutamente bisogno di presentazioni (e se non li conoscete chiudete immediatamente il browser, che non siete degni di star qui).
Il risultato di questa unione è un concentrato di 42 minuti e 37 secondi, intitolato The Gathering. Quanto sia assurdamente stupendo questo cd lo si capisce dalle prime note dell'opener, D.N.R. (Do Not Resuscitate), da subito diventato un cavallo di battaglia (se non IL cavallo di battaglia) per la band capitanata dal gigantesco Nativo Americano. Oltre che una potenza (marchio di fabbrica dei Testament) incredibilmente ampliata (e te credo!), si può ascoltare in toto la classe di questi 5 mostri sacri. E non è che è finita qui eh? Anzi, tutt'altro. Date un'ascoltata più attenta a pezzi come Down for Life, o Eyes of Wrath, o ancora Careful What You Wish For, per non parlare di True Believer. No dico, scherziamo? E' umanamente impossibile che una mente umana possa non solo suonare, ma anche solo concepire dei pezzi simili. "Sua Maestà Il Batterista Estremo" Dave Lombardo macina sulle pelli con la stessa roboante potenza di un rullo compressore, coadiuvato da uno Steve DiGiorgio in stato di grazia; il riffing-work della coppia Murphy-Petersson è incessante, vario, mai scontato, con parti solistiche da pippa a quattro mani (passatemi il termine).
Con una formazione simile, con musicisti di tale calibro, non poteva che uscire fuori un disco che potesse entrare nella storia del Thrash. The Gathering è un disco che mette d'accordo tutti, senz'ombra di dubbio: un album che è il concentrato vero e proprio di violenza, tecnica e, sì, classe. Un disco che va a piazzarsi di diritto fra i migliori cinque del genere.

Tracklist:
1. D.N.R. (Do Not Resuscitate)
2. Down for Life
3. Eyes of Wrath
4. True Believer
5. 3 Days in Darkness
6. Legions of the Dead
7. Careful What You Wish For
8. Riding the Snake
9. Allegiance
10. Sewn Shut Eyes
11. Fall of Sipledome

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: n.g.
Contatti: www.testamentlegions.com

25/03/09

Metallica (U.S.A.) - Kill'em All

Band: Metallica
Titolo: Kill'em All
Nazionalità: Americana
Anno: 1983
Produzione: Megaforce Records

Come prima recensione su Thrash Universe non poteva esserci di meglio. Il disco col quale è cominciato tutto ormai 26 anni fa. Era infatti il 1983 quando quattro giovanissimi ragazzi di San Francisco fecero uscire, dopo una miriade di Demo (ben 5 nel 1982 ed altri 2 nel 1983), il loro debut album. Quei quattro giovanotti si chiamavano James Hetfield, Kirk Hammett, Lars Ulrich e Cliff Burton: ma da allora il Mondo li conobbe come una sola entità, i Metallica.
Kill'em All rappresenta il punto d'inizio del Thrash Metal, lo spartiacque definitivo fra il metal classico di quei tempi (praticamente possiam dire che c'era solo quello) ed un nuovo genere che, in breve, sarebbe diventato il più amato ed il più seguito. Velocizzando il sound, rendendolo sporco, unendo il Punk/Hardcore al Metal, i Metallica furono i capostipiti del genere (insieme gli Slayer che quello stesso anno fecero uscire Show No Mercy.
Mi sembra quasi inutile fare una recensione track by track di Kill'em All: non credo esista al mondo persona che non conosca una tale pietra miliare. Da Hit The Lights all'inno Metal Militia, passando per l'autocelebrativa The Four Horsemen, da cui i 'Tallica presero poi il soprannome, Whiplash, No Remorse, la leggendaria Seek And Destroy.. Non esiste una singola nota di quest'album che non sia letteralmente passata alla storia.
Chissà se in quel garage dove quei ragazzi provavano, si pensava che un giorno non molto lontano quella band sarebbe diventata la più influente, al pari degli Iron Maiden, dell'intera storia del Metal. Fatto sta che Kill'em All è LA storia del Thrash Metal, l'Alpha e l'Omega, l'anno 0, la supernova. L'inizio della leggenda.
"The Horsemen are drawing nearer/On the leather steeds they ride/They have come to take your life./On through the dead of night/With the four horsemen ride/Or choose your fate and die"

Traklist:
1. Hit the Lights
2. The Four Horsemen
3. Motorbreath
4. Jump in the Fire
5. (Anesthesia) Pulling Teeth
6. Whiplash
7. Phantom Lord
8. No Remorse
9. Seek And Destroy
10. Metal Miltia

Recensore: Mosher - thrashuniverse@gmail.com
Voto: n.g.
Contatti: www.metallica.com