24/06/10

Intervista ai National Suicide


Per Thrash Universe oggi abbiamo quei loschi figuri dei National Suicide al gran completo, l’obiettivo di quest’intervista sarà scoprire se sono davvero thrashers nell’anima o lo danno solo a vedere, quale miglior esame di una nostra intervista??

Benvenuti bastardi, siete pronti all’ “esame” THRASH UNIVERSE? Vi avverto che vale la prima risposta e non sono ammessi suggerimenti e cartucciere varie!
(Tutti) Pronti e ben disposti: vai!

Partiamo subito con una domanda inevitabile: nella mia recensione ho detto che il paragone più scontato era quello con gli Overkill: Quanto vi ha rotto le palle il fatto di essere sempre paragonati a loro? Vi piacerebbe che qualche recensore anticonformista vi affianchi a qualcun altro?
(Mini) Hahahah … Guarda: a parte che, al limite, un paragone con delle star di quel calibro dovrebbe solo lusingarci, siamo consapevoli del fatto che si regge su qualche assonanza anche evidente, ma niente più. Mi riferisco alla voce acuta (che nel thrash hanno usato in pochi e Bobby Blitz su tutti); ad alcuni riff d'ispirazione maideniana comuni tanto agli OverKill che alla nostra “Nu Posers don't Scare Anyone”(la quale, d'altra parte, è il anche nostro pezzo più conosciuto, scaricato, ascoltato); al fatto che tanto la loro cover di “Sonic Reducer” e la meno famosa “Old School”, al pari della nostra “Wanted”, sono delle classiche Punk Track suonate, ovviamente, con un tiro più thrashioso... In realtà potremmo essere accostati allo stesso modo agli Exodus (come in effetti era al tempo del Promo2007), perché gli OverKill MAI avrebbero composto pezzi come “Let Me See your Pogo”, “Sucks'n'Artillery”, “This is a Raid”, “Please Welcome … My Friends”, “The Old Family is Still Alive” … E tuttavia, il solismo non è riconducibile a nessuna delle due Band, così come nessuna delle due avrebbe partorito una “Into the ClubHouse”. Credo sia normale, dopo tanti anni di “Nu” e “Post” e chitarre in drop e vocioni in growling, nell'ascoltare una Band sinceramente Old School, percepire per prime le ASSONANZE con i grandi Maestri che non le caratterizzanti DIFFERENZE: ma sono sicuro che col tempo avverrà anche questo: voglio dire con gli ascolti ripetuti, con l'approfondimento … Per ora, ringraziamo.

“The Old Family is Still Alive” ha avuto un enorme successo trasformandovi in una band “VIP” dell’underground italiano, cos’è cambiato per voi nella vita di tutti i giorni? La vecchietta vi riconosce quando andate al supermercato? Vi siete aperti conti in banche svizzere? Avete figa a volontà?
(Mini) Fammici pensare … Il baretto è sempre quello, il barista dopo una certa ora ci insulta come prima, ci hanno cacciati dalla sala prove, la Svizzera sta sempre sopra la Lombardia (o no?) e la figa per fortuna non mancava neanche prima … No, direi che non è cambiato proprio un bel cazzo! Hahah

Ho particolarmente apprezzato la vostra campagna anti nu/post sul vostro space, diteci il vostro punto di vista sul thrash da “Roots” in poi. Potendo tornare indietro nel tempo avreste cercato di minacciare Cavalera a non fare quell’album o secondo voi il thrash anni 80 era destinato a morire di morte naturale?
(Mini) All'inizio dei '90, col passare della moda, sia i PROFESSIONISTI della musica che le testate specialistiche si trovarono nella COMUNE necessità di far collimare una proposta più spendibile con il Brand di “Metal” sul quale avevano campato sino a quel momento: così, mentre i primi infarcivano il suono di ogni contaminazione proveniente dall'ultima tendenza (elettronica compresa, sulla scorta delle nuove tecnologie), i secondi prendevano a trattare e a scrivere di qualunque cosa avesse un suono duro e distorto. In quegli anni, le riviste Metal parlavano dei Red Hot Chili Peppers come dei Nirvana, dei Prodigy come dei Pantera: OVVIO che le nuove generazioni siano venute su chiamando “Metal” le cose più disparate! Ed anche che sia nato qualcosa come il “Nu” … Noi non ce l'abbiamo con loro, benché ricordiamo molto bene quanto ci sfanculavano i gruppetti di bimbominkia, dandoci dei trogloditi, degli ottusi, dei dinosauri ignoranti solo perché cercavamo di rivendicare la nostra identità metallara di contro a Generi che erano si stati INFLUENZATI dal Metal, ma NON ERANO “Metal”!!! Per fortuna, gli Zombi dell'Underground avevano continuato a vivere e riprodursi per tutto questo tempo, sepolti nelle tombe (sale prove) delle loro cittadine disperse; ed al momento buono, quando cioè Internet li ha rimessi in contatto (sostituendo da questo punto di vista le piazze e le Fanze), si sono radunati in una Scena piuttosto compatta, attorno a certi
locali come il Country Star di Albignasego (PD), ed Eventi quali il “Revenge Of True Metal Festival” di Rovereto (TN). A quest'ultimo va il merito di aver riproposto vecchie glorie (Assassin, Artillery, Onslaught) di cui nessuno più parlava, accanto a nuove leve dell'Underground nazionale (noi, i Baphomet's Blood e tanti, tantissimi altri che OGGI sono conosciuti e stimati).
Noi siamo stati lì dall'inizio, a dare il nostro contributo perché tutto questo avvenisse. Se ci scaldiamo su questo punto e siamo orgogliosi di quel che abbiamo fatto, vedi che c'è pure un perché. Ed ora capirai anche il senso di un certo “ArtWork”; del Logo così provocatoriamente simile a quello di una band SIMBOLO della Vecchia Scuola; di certi slogan gridati a squarciagola; del titolo stesso dell'Album: il primo disco, l'entrata in scena, DOVEVA essere così ...

Avete suonato live con gruppi molto importanti ( tra cui i miei adorati Artillery) Da adolescenti, quando vi facevate le pippe su “Reign in Blood” avreste mai immaginato un giorno di aprire per gruppi così prestigiosi? Raccontateci la vostra emozione
(Mini) Beh, alla fine la soddisfazione vera è quella di poter fare Festa OGGI, con gente di cui hai i dischi a casa e che stimi per quel che sono e che ti hanno dato sin da ragazzo in termini di emozione! E' una cosa bellissima, impagabile, ma anche molto naturale. La maggior parte di questi tipi sono personaggi semplici e umili, dei veri Rockers … Non come certi ragazzotti arroganti … Ma questo è un altro discorso.

Secondo me il thrash è soprattutto attitudine. Secondo voi è attitudine quella di chi paga le agenzie per poter suonare? Cosa ne pensate a riguardo?
(Mini) Se VALI non devi pagare qualcuno perché ti trovi da suonare! Così come non ti devi sbattere a cercare un Contratto, perché sullo Space ti verranno sicuramente a scovare! Hahahah Comunque, benché siamo a conoscenza del fenomeno, nel NOSTRO circuito pensiamo sia assente. E' più probabile, invece, che le diverse Label tentino di piazzare le proprie Band laddove acquistano spazi pubblicitari: ma questo rientra nella normale attività promozionale cui sono tenute, in quanto attività commerciale finalizzata alla vendita della musica che producono. Anch'io, facessi quel mestiere, tenterei di far suonare le mie Band dove la gente me le può apprezzare; così come tenterei di pubblicizzare il prodotto che devo smerciare … Ma è un discorso molto diverso da quello di cui parli tu … E comunque, nessuno spenderebbe per una Band più soldi di quanto quella Band non gli faccia poi guadagnare!!! Hahah … Meditate gente, meditate ...

Visto le numerose date live immagino abbiate macinato un bel po’ di km on the road, qual è stato l’aneddoto più divertente capitato? Inoltre voglio da ognuno di voi un aggettivo riguardo gli altri 4 compagni di viaggio
(Mini) La maggioranza degli aneddoti è meglio se te li racconto a voce, ma ce n'è uno capitato da poco che potrebbe interessarti. Stavamo al “Keep It Thrash” a Barcellona (SPA) e tanto noi quanto la nostra piccola Crew avevamo una gran sete … Abbiamo cominciato a bere appena arrivati al pomeriggio (in realtà, già la mattina in Italia), abbiamo continuato fino a sera, poi abbiamo suonato e poi ancora, mentre sul palco salivano gli ottimi Aggression. Quando è stato il turno degli Onslaught eravamo in pieno Party … ma poi, questi sono rientrati a fine show e … cazzo!!! Ci eravamo scolati TUTTE le birre del Backstage!!! Per un po' l'aria è stata tesa, ma per fortuna gli Spagnoli hanno tirato fuori dal cilindro una cassa supplementare tenuta di scorta e ci hanno salvato il culo. Un paio di giorni dopo Nige ci ha lasciato un bel messaggio sullo Space, facendoci i complimenti e augurandosi di rivederci presto: ma ho passato un gran brutto quarto d'ora, te lo posso assicurare!
Per il resto, se devo definire gli altri direi che Bob è stronzo quanto basta, ma anche un vero talento compositivo; Tiz è pericoloso, skizzato; Zeta è uno che non si fa prendere per il culo; Ivan vive nel proprio mondo, ma è una gran bella persona.
(Zeta) Bob è una testa di cazzo, ma in fondo gli voglio bene; Tiz è un pazzo, sul serio! Però come viaggia su quella chitarra! Il Mini è un incantatore di serpenti; Ivan è proprio un buon tipo e poi sul palco si lascia andare come pochi …
(Bob) Zeta è un disfatto; Tiz un coatto; Mini è un … nonno! Hahah … ed Ivan si, è un buono … anche se a volte se ne esce con certe storie “malate”... Mah ...
(Tiz) Bob è un micione; Zeta è un burlone; Ivan è un brodego (traduzione impossibile dal dialetto trentino), e il Mini è semplicemente carismatico …
(Ivan) Mini è l'Oratore; Bob è un vero Metallaro, con un orecchio sopraffino per le vecchie onorità; Tiz è un mostro di tecnica, una marcia in più per l'intera Band; Zeta è il nostro vero motore Live!

Vedendo le vostre foto live si capisce che non siete proprio di primo pelo, questo “The Old Family is still Alive” era la vostra ultima occasione per poter evitare di lavorare e fare i musicisti fancazzisti? o qualcuno di voi di nascosto dagli altri lavora (magari anche come colletto bianco)?
(Bob, Ivan, Zeta e Tiz in coro, con toni e volumi differenti ma caotici): Ad alzare la media è quel nonno del Mini!!! hahah … Eccheccazzo!!! hahahh …
(Mini) Ehm … vabbé … In effetti, a parte me che sono del '69, nessuno degli altri arriva ai 30 anni. E lavoriamo tutti, OVVIAMENTE: io nel campo delle costruzioni meccaniche; Zeta è un muratore; Ivan fa il ragioniere in un negozio di moto; Tiz insegna chitarra elettrica e presiede l'”Accademia Musicale Lizard” nella sede di Trento; Bob lavora nello studio di un commercialista … Eheheheh … come ci vada vestito, il bastardo, non te lo so dire Ehehehh
(al Mini arriva un giornale arrotolato sul coppino, n.d.a.).

Domanda a bruciapelo a ognuno di voi: quale canzone dell’album amate di più suonare e quale di meno
(Tutti, dopo rapida consultazione): Zeta preferisce “National Suicide”; Bob “Nu Posers don't Scare Anyone; Tiz adora suonare “Let Me see your Pogo”; Ivan dice “Into The ClubHouse”, Mini non ha dubbi su “The Old family is Still Alive”. Ma non c'è una canzone che facciamo fatica a proporre dal vivo.

In giro su internet beccai in un forum la seguente citazione del vostro genio del male che avete alla voce: “noi ci sentiamo di quelli che hanno contribuito a fare la pasta, più che di quelli che ora tentano di far la scarpetta al ragù rimasto…E comunque, ripeto che si tratta di un piatto poverissimo e popolare, cucinato senza pretese e per pura passione di gran festoni alcolici. Niente a che vedere con l'"alta cucina”. Questo in risposta a chi vi accusava di cavalcare l’onda della nuova ondata thrash ( in fondo voi suonate dal 2002) ma in tempi di magra, pensate che il vostro album avrebbe riscosso uguale successo di ora? Riguardo invece alla seconda parte della citazione, dopo un album come quello appena fatto non può sorgere la temutissima voglia di sperimentazione per cercare di arrivare all’ “alta cucina”? Nel thrash la sperimentazione ha portato sempre ad album “controversi” e che spesso hanno spaccato in due le opinioni ( mi riferisco al “Black album”, a “Endorama/Outkast”, a “Roots” ecc). Voi per il secondo album cercherete l’ “alta cucina” o continuerete a fare thrash “casareccio”?
(Mini) Le prime tra le 9 canzoni dell'Album SONO EFFETTIVAMENTE NATE IN TEMPO DI MAGRA … Ma sono poi uscite al momento giusto. Siccome però il nostro “successo” si limita a numeri commercialmente risibili, benché importanti per un' Underground Reality di stra-nicchia come la nostra, credo avremmo sostanzialmente avuto lo stesso riscontro in qualsiasi momento,
anche se ci sarebbe voluto senz'altro un periodo d'attesa più lungo per godere dei risultati. E siccome per noi l'Underground è la nostra Scena e non abbiamo MAI aspirato a qualcosa di più (o anche solo di diverso) ti anticipo che il prossimo lavoro sarà ancora più “ESTREMAMENTE OLD” e non sposterà le nostre coordinate di una virgola! E a chi proprio non è piaciuto “The Old Family ...”, il successore farà ancora più cagare, per i medesimi motivi.

Consigliate ai nostri lettori 3 bands thrash storiche ma misconosciute da approfondire, e 3 underground italiane da scoprire. PS: se qualcuno di voi se ne esce con “Metallica/Megadeth ecc avrà il compito annullato!
(Rapida consultazione, poi Bob prende la parola): Di storici, direi che vale la pena riscoprire i Deathrow tedeschi, i Sacrament americani, ed i Megamosh … Di Band underground italiane, su tutti i Sacrificator e lo speed dei Baphomet's Blood … poi anche Game Over, Madcaps, Witchunter … Uff … Troppe!!!

Tante date live al nord ma poche al sud, è difficile suonare qui? O non vi vogliono? Eppure la situazione qui al sud sta migliorando (Agglutination/ TMF/ Armageddon fest/Sikelian Hell) Fate un appello a gli organizzatori dei festival di giù per portare un po’ di sano thrash anche lì. PS: la Puglia s’ha da fa, fate il possibile e l’impossibile!
(Mini) Siccome chiediamo sempre il pieno rimborso spese, credo che gli Organizzatori al Sud si dividano tra quelli che non ci ritengono ancora abbastanza interessanti e quelli che non hanno abbastanza soldi. Poi, a dire il vero, spesso siamo noi che dobbiamo rifiutare per impegni lavorativi; e qualche volta VOGLIAMO rifiutare, perché magari la cornice non è adatta alla nostra proposta, che è e rimane assolutamente oltranzista.

Per l’ultima domanda è venuto il momento di rendersi ridicoli, diteci il disco più umiliante e che nessuno immagina ci sia nella vostra collezione di cd; siate sinceri!
(In incognito): “The Final Countdown” degli Europe; “Flashdence”; e “King of all Kings” degli Hate Eternal …

Ok consegnate il compito ora, vi comunicheremo il voto di ognuno di voi! Sfruttate lo spazio rimasto per la solita autopromozione…a voi!
(Mini) Grazie delle belle domande. E' stato un piacere e speriamo di incontrarvi presto: chi pubblica e chi legge, intendo. Se vi interessa tenervi informati su di noi o fare amicizia, ci trovate su www.myspace.com/nationalsuicidethrash , oppure su FaceBook, al “National Suicide Fan Group” messo in piedi da quattro pazzi Amici nostri. Un abbraccio!!! E ricordatevi che il lavoro di un “Vero Thrasher” non è mai finito: JOIN US! DEFEND THE LINE!THE OLD FAMILY IS STILL ALIVE ...

Per la cronaca: han passato tutti l’esame a pieni voti! Lode per Bob che mi ha citato i Deathrow!

Intervista a cura di Alex The Drunkard

22/06/10

Shock Troopers (Ita) - Blades and Rods

Band: Shock Troopers
Titolo: Blades and Rods
Nazionalità: Italiana
Anno: 2010
Produzione: Punishment 18 Records

Per la nuova recensione scendiamo nel profondo Sud, per la precisione nella bellissima Palermo, terra che ha dato i natali a gli Shock Troopers, interessante band, sotto contratto con la Punishment18 Records, con in curriculum già quasi 10 anni di attività, un demo e 2 albums: Shock Troopers del 2007 e Blades and Rods che passeremo subito a recensire.
Il gruppo si ispira alla scena punk/thrash riportando alla mente gruppi come S.O.D., D.R.I. , Acid Drinkers e Cryptic Slaughter miscelato con il thrash core dei recenti Municipal Waste, la fusione di tutto ciò è Blades and Rods, album che sembra aumentare le già alte quotazioni di questi Shock Troopers, forti di una buona fama in terra sicula e sempre più determinati a far sentire la propria voce anche a livello nazionale.
Venticinque minuti possono bastare per sfornare un buon album, 11 tracce della media di 2 minuti l’una, una buona produzione, pezzi veloci, ridotti all’osso e convincenti, pochissimi gli assoli, tanta invece la rabbia, che traspare già da testi come The Rape e Jail Word, che si scagliano ferocemente contro i potenti di turno, Toilet show e Competition, due invettive rispettivamente contro TV e contest musicali, ma soprattutto la violenta titletrack (rappresentata adeguatamente dalla copertina che inscena in forma fumettistica un massacro da guerriglia in cui giacciono a terra i corpi di un prete, un poliziotto e un naziskin) vero e proprio masterpiece dell’album, che appunto supera lo standard medio (piuttosto alto) delle composizioni. Poco sotto ci può stare Road Thrash, altra mazzata nei denti, ma anche la succitata Toilet Show a salire sul podio dei tre episodi più convincenti.
Sul myspace sono presenti anche numerosi video live che dimostrano anche una spiccata attitudine dal vivo, come è giusto immaginarsi da una bands simile, insomma le carte in regola ci sono tutte. La Sicilia sembra avere quindi a disposizione un’altra potenziale band (insieme a gli Urto) che può tenere alto il buon nome del thrash a livello nazionale. Da tenere d’occhio!

Tracklist:
1. Intro
2. Competition
3. Take Your Eyes Off Me
4. Blades And Rods
5. Vice
6. Road Thrash
7. Toilet Show
8. Protection Money
9. Jail World
10. Waterboarding
11. The Rape

Recensore: Alex The Drunkard
Voto: 7/10
Contatti: http://www.myspace.com/shocktroopers

15/06/10

National Suicide (Ita) - The Old Family is Still Alive

Band: National Suicide
Titolo: The Old Family is Still Alive
Nazionalità: Italiana
Anno: 2009
Produzione: My Graveyard Productions

Esistono album che hanno il potere di riportarti indietro nel tempo, esistono gruppi che se ne fottono delle mode e suonano soltanto quel che a loro piace, nessuna concessione post/nu, nessun dannato break down ma solo sano thrash anni 80 a palate!
Questi National Suicide sono proprio tutto questo! Un salto indietro di parecchi anni, per tornare all’epoca d’oro del metal, quando le band puzzavano di alcohol e sudiciume, un pesante calcio nei denti ai tantissimi gruppi di bimbiminkia dell’ultim’ora!Il loro credo è ribadito già nel profilo del loro space “HELP US TO KEEP THE WORLD CLEAN! WITH THE WORDS NU/POST WE CLEAN OUR ASS! DO THE SAME!” a ribadire che loro non ci fanno, ci sono!
E’ bastato solo un promo, seguito da un album a questi 5 thrashettoni per farsi notare dal grande pubblico italiano, infatti The Old Family is Still Alive ha avuto un successo enorme, tant’è che la My Graveyard Productions è stata costretta a ristampare una seconda edizione (comprensiva di 4 tracce estratte dal demo) importanti date in Italia e all’estero poi hanno consacrato i National Suicide come una delle speranze più rosee dell’underground thrash italiano ( insieme a Subhuman e Neurasthenia) grazie alla loro capacità di ridare freschezza alla vecchia scuola thrash senza dover però scendere a compromessi!
The Old Family is Still Alive presenta 9 tracce che non stancano nè annoiano, l’accostamento più facile riguarda gli Overkill, i riff sono accattivanti, la batteria è sostenuta e incalzante, e il singer (di chiara ispirazione Bobby “Blitz”) tesse le fila di un cantato che si amalgama perfettamente a tutto il resto.
Si parte con il brano omonimo National Suicide, e al grido di “Defend the line!” si inizia questo viaggio nel tempo, prendete una birra e preparatevi al massacro, un elettrothrashock vi assalirà!
La successiva Nu Posers don’t Scare Anyone cattura con un accattivante refrain ma anche con un Mini (voce) qui in stato di grazia, cattivo e grintoso. La titletrack appare meno ispirata delle precedenti ma grazie a un po’ di mestiere si mantiene comunque un sufficiente standard qualitativo. In Let me see your pogo il titolo parla da sé, le chitarre qui sono taglienti come lame, e si ritorna a un thrash marcio e diretto, gran bel pezzo, un vero e proprio incitamento al pogo che sicuramente riscuote molto successo soprattutto in sede live, anche l’assolo coinvolge e travolge rendendolo forse l’episodio migliore dell’album. Wanted strizza l’occhio a sonorità più heavy/speed di vecchia scuola Motorhead, ottimo intro per la successiva Into the Clubhouse, altro pezzo da 90 dell’album, che parte con un rombo di moto incalzato dal ritmo costante della batteria, come al solito l’espressività del singer fa aumentare parecchio la quotazione del brano che comunque si difende bene grazie a un songwriting qui più originale, condito da gustosi break di basso e chitarra e da potenti cori., refrain che coglie nel segno, orecchiabile cantato e testo:
“Into The Clubhouse – fire and flames
Adrenaline is pumpin’ feedin up my brain
Into the Clubhouse – nothin’ to lose
Love and Hate accelerate: this is the way we choose!”
che carica per bene prima della scarica adrenalinica del bellissimo assolo. Applausi!
Mancano ancora tre pezzi eppure giunti qui la qualità dell’album fa sì che ci si possa già sentire appagati da quanto ascoltato sinora, ottimo segno! Please Welcome…My Friends è un altro gioiello, granitica nella sua semplicità , è insieme a Let me see your pogo il brano più “old style” dell’album, riporta alla memoria i primi Destruction ed Exodus….nostalgia canaglia!
Sucks’n’ Artillery si apre con piacevoli intro di gemiti da pompino intenso e ben fatto e scorre via senza particolari picchi di rilievo, a This is a Raid il compito di chiudere come si deve quest’ottimo full, non aggiunge né toglie niente a quanto sentito sinora, si limita a ripetere il compitino svolto sinora, ma sempre e comunque con la grinta e la bravura che risaltano da questo lavoro.
In conclusione voto ampiamente positivo, come prevedibile. Questo The Old Family is Still Alive merita numerosi elogi, innanzitutto la bravura nell’aver riesumato alla grande il sound ottantiano abbellendolo di una freschezza nuova e soprattutto senza snaturarne la struttura, la maturità musicale inoltre è evidente, per tutti in particolare per il singer Mini, vera marci in più per il gruppo che sa di poter contare sulla sua duttilità vocale e sulla sua capacità di interpretazione del brano. Nota di merita anche per i testi, niente di eclatante sia chiaro, ma sono comunque molto curati e mai banali. La tirata di orecchie arriva invece per l’aspetto grafico, un po’ trascurato, il logo è palesemente copiato dai Nuclear Assault e per l’artwork si poteva sicuramente trovare qualcosa di meglio, ma vabbè in fin dei conti sono dettagli.
Il difficile per i National Suicide verrà ora, un grande album può starci, ma sapersi confermare è la sfida da superare, in cui molte promesse cadono, e solo i migliori escono indenni, il secondo album ci servirà per capire se abbiamo davanti una meteora o un gruppo che sembra destinato a raccogliere l’eredità di Necrodeath, Schizo e Bulldozer tra i mostri sacri del thrash italiano. Horns up e in bocca al lupo ai National Suicide, non deludeteci!

Tracklist:
1. National Suicide
2. Nu Posers don’t scare anyone
3. The Old Family is Still Alive
4. Let Me See Your Pogo
5. Wanted
6. Into The Clubhouse
7. Please Welcome…My Friends
8. Sucks ‘n’Artillery
9. This is a Raid

Recensore: Alex The Drunkard
Voto: 8,5/10
Contatti: http://www.myspace.com/nationalsuicidethrash